S.Flavia e annesso ex Convento dei Benedettini

Chiesa di S.Flavia e annesso ex convento dei Benedettini:

Dove si trova: Via Madonna di Fatima

Cronologia delle principali fasi costruttive:

1592: La principessa Maria d’Aragona, moglie di Francesco Moncada, assegna una dote annua di 500 onze per la costruzione di un convento benedettino che dovrà sorgere vicino la chiesa di S.Venera
1593: I giurati di Caltanissetta concedono il terreno per la costruzione del convento
1596: Il Vescovo di Girgenti concede la chiesa di Santa Venera ed il suolo per la costruzione della nuova chiesa che, per volontà della principessa Moncada, sarà dedicata a S. Flavia
Fine XVI inizi XVII sec.: Il Principe Antonio Moncada, figlio di Maria, porta a compimento la volontà della madre iniziando la costruzione del convento e della chiesa. In quest’ultima per espressa volontà di Donna Maria una cappella dovrà essere dedicata a S.Venera
1607: In quell’anno la chiesa è già in funzione, come testimonia una dichiarazione del frate Benedetto da Palermo, che afferma di avervi celebrato messa. Probabilmente non si tratta della chiesa nella sua forma definitiva, ma di una piccola cappella con (…) soi quatro di Sancta Flavia. (Arch. St. CL; Corporazioni Religiose soppresse, S.Flavia vol.267)
1649: Giovanni Maria Nicolosi, capomastro nisseno, riceve 4 onze per (…) assettare la pianta della chiesa (Arch.St.CL, Id. vol. 268)
1650: Da un esito di fabbrica apprendiamo che si stanno realizzando lavori d’intaglio relativi a pilastri, cornicioni ed altro. Verosimilmente hanno inizio i lavori che porteranno la chiesa alla configurazione attuale
1667: In quell’anno il Depositario della fabbrica, cioè colui che gestisce le spese per la costruzione della chiesa e del convento è Gaspare Morillo, notabile locale vicino ai Moncada. Esiste ancora la chiesa di S.Venera; Masi Scaglione, definito “mastro d’ascia”, riceve otto onze per (…) aversi obligato di fare una porta di castagno con tre finestre per la stanza della chiesa vecchia. Ed ancora si commissionano (…) tremila e cinquecento mattoni ad otto punti con li quadretti d’immenzo e duemila mattoni a sei punti. Probabilmente servirono per la pavimentazione della chiesa. (Arch.St.CL not. Riccobene vol. 842)
1668: Viene realizzata (…) l’invetriata della finestra della chiesa, sopra la porta grande. Filippo “il Piazzese”, definito “mastro vitraro” viene pagato per (…) havere messo 136 vitri con il piombo e ferro a ragione di tari I e grana 14 per vitro. (Arch.St.Cl. id.)
1669: La costruzione della chiesa è giunta all’altare maggiore, infatti è del 16 gennaio un pagamento di due onze effettuato dalla Deputazione della fabbrica a favore di Michele Licitri e Calogero Laquatra, per (…) havere messo in piano il terreno appresso iì cappellone dove havrà da seguitare la fabbrica. Si precisa che verrà utilizzata petra bianca dei Firrio. (Arch.St.Cl.id.)
1763: Riprendono i lavori di costruzione della chiesa, interrotti decenni prima per problemi economici
1793: Si completano i lavori di costruzione della chiesa
1867: A seguito della soppressione degli ordini religiosi il convento e la chiesa furono requisiti ed adibiti a caserma e deposito militare
XX sec.: La chiesa viene restituita al culto. Il convento oggi è sede di associazioni di volontariato.

Storia:

Fonte: Caltanissetta Story, pagina Facebook

La principessa Maria d’Aragona rimase vedova in giovane età del marito Francesco, Conte di Caltanissetta; alla sua generosità si deve la costruzione del convento e della chiesa. Nel 1617, il figlio Antonio dota il convento di nuove rendite ribadendo il principio che le fabbriche si continuino secondo il modello iniziale. Qualche anno prima, nel 1592, Antonio Moncada, cugino del principe omonimo, stabiliva con disposizione testamentaria la sepoltura sua e della moglie Maria nella chiesa di Santa Flavia; il figlio Tommaso attuerà questa volontà con un lascito annuo di trenta onze per la costruzione di un monumento funebre. I loro corpi, secondo una testimonianza giurata del 1607 del frate Benedetto da Palermo, erano sepolti nella cappella dedicata a Santa Flavia. La costruzione della chiesa e del convento, secondo testimonianze dell’epoca aumentarono il valore economico di Caltanissetta di oltre settemila scudi e (…) se detto Stato e Principato si avesse da vendere, si venderà cum una grossa somma di più per esserci un monastero così grande e famoso.(Arch.St.CL Corporazioni Religiose soppresse, S.Flavia voi 267)

Posizione:

La posizione della chiesa e del convento fu scelta principalmente perché, dalla collina sulla quale sorge, si poteva dominare visivamente l’intera città. La tradizione popolare narra che il principe Moncada, volesse collegare il suo palazzo, posto ai piedi della collina di Santa Flavia, con il convento; ipotesi piuttosto inverosimile per la notevole distanza tra i due immobili ma che comunque testimonia il forte legame esistente con i nobili Moncada. Oggi il complesso risulta inglobato all’interno dell’omonimo quartiere popolare ed anche se mantiene la posizione di predominio rispetto al centro storico non rappresenta più il limite estremo dell’abitato, bensì l’anello di congiunzione tra la città vecchia e la nuova.

Descrizione:

II complesso è stato notevolmente alterato durante il periodo di occupazione militare quando, verosimilmente, fu demolito il porticato interno. Esternamente, lavori di restauro eseguiti negli ultimi decenni, hanno riportato in luce, sul fronte laterale del tempo attuale, l’antichissimo prospetto di Santa Venera. Il fronte principale della chiesa di Santa Flavia è costituita da due ordini sovrapposti, inquadrati da pareste in pietra da taglio, separati da cornicione marcapiano; sopra quest’ultimo due ampie ed eleganti volute, raccordano il corpo centrale con le navate laterali. Il convento, con cortile centrale, in origine costituto da due elevazioni, è stato alterato dimensionalmente con l’aggiunta di un livello sul fronte attiguo alla chiesa.

Fonte: Progetto Scuola Città – Autori vari – a cura di Daniela Vullo – Regione Siciliana -Edizioni Lussografica

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