Cappella Testasecca

Cappella Testasecca:

Dove si trova: Cimitero Angeli

Cronologia delle principali fasi costruttive:

Inizi XX secolo: Costruzione della Cappella

Storia:

La cappella gentilizia dei Testasecca, che rispecchia nelle forme e nelle dimensioni l’importanza della famiglia, fu costruita probabilmente nei primissimi del novecento, per volere di Ignazio Testasecca, ricco possidente nisseno, proprietario tra l’altro di zolfare, divenuto Deputato del Regno nel 1890. Pochi anni dopo, nel 1893, il Testasecca, grazie ad una donazione di 500.000 lire per la costruzione del Ricovero di Mendicità (oggi Istituto Testasecca), ricevette dal Re l’ambito titolo di Conte.

Posizione:

La cappella è prospiciente l’asse centrale del cimitero, la cui costruzione, nel sito attuale in fondo alla via Angeli e limitrofo al convento dei padri riformati, iniziò nel 1878, anno in cui il Consiglio Comunale, approvando il relativo progetto, appaltò i lavori per un importo di 126.000 lire. Fino a quella data, coincidente con l’entrata in vigore delle norme sanitarie, le sepolture avvenivano all’interno delle chiese, ed a volte anche in spazi limitrofi alle stesse, come nel caso della Cattedrale, lateralmente alla quale sorgeva un piccolo cimitero.

Descrizione:

Le sue linee architettoniche risentono d’influssi eclettici, visibili negli aggetti poligonali conclusi da guglie e acroteri. La bicromia della facciata principale, caratterizzata dall’alternanza di elementi in pietra bianca e rossa con andamento diagonale, si ripete anche nelle restanti facciate con ritmo orizzontale. Il portale ad arco ogivale è delimitato da colonnine binate e sormontato da una nicchia con la statua di un angelo. Una cornice, lievemente aggettante, conclusa da un decoro in pietra, corona la costruzione. La cappella posta su un terreno in declivio, poggia su un alto basamento, che sfruttando il dislivello, accoglie la cripta. All’interno si trova la statua in marmo del conte Ignazio Testasecca e, oltre a varie lapidi celebrative, una delle più belle opere del Tripisciano, la “Madonna col bambino”.

Aiutaci a crescere: condividi!