Il Palazzo Provinciale descritto da Giovanni Mulè Bertolo

Elevata Caltanissetta a sede della valle omonima si sentì il bisogno di locali adatti ad accogliere i pubblici uffici. Urgeva a preferenza un locale per l’Archivio, depositario degli atti più importanti della cosa pubblica, tempio sacro delle patrie memorie. Sin dal 1847 si rivolse il pensiero al Carcere centrale e ai Fatebenefratelli, ma si vagolò senza più.
Al 1869 la dignità del capoprovincia, la ragione economica e l’urgenza dell’Archivio mossero la Rappresentanza provinciale a vagheggiare l’idea di un palazzo proprio dell’ente provincia da contenere i suoi uffici, quelli della R. Prefettura e della Sicurezza pubblica, l’Archivio e lo alloggio del Prefetto, la cui pigione costava un occhio. Dove innalzarlo?
Soppresse le corporazioni religiose, si rivolse il pensiero al già convento del Carmine, ma il Municipio, che n’era divenuto proprietario, non fece buon viso alla richiesta. Intanto il Consiglio provinciale nella tornata del 29 ottobre 1869 deliberò la compilazione del progetto del palazzo. L’incarico della compilazione fu dato all’ingegnere Agostino Tacchini. Si reputò luogo adatto a farvi sorgere il palazzo quella parte del Tondo, che sta di fronte alla porta di entrata della villa pubblica e se ne fece richiesta al Municipio, il quale con deliberazione consiliare il 26 luglio 1870 ne faceva la cessione. Il Tacchini in ottobre presentò il progetto di massima e la Deputazione il 19 del predetto mese gli dava mandato di compilare l’estimo della sola parte, che dovea destinarsi ad Archivio e di farle conoscere approssimativamente la spesa bisognevole alla costruzione dell’intiero palazzo. L’estimo della parte destinata ad Archivio previde una spesa di £. 26500 e il 19 maggio i lavori furono posti all’incanto: l’appalto fu aggiudicato al signor Angelo Gennuso col ribasso dell’1%. Le condizioni della terra, le sostituzioni di pietra e il rientramento della linea di costruzione, reclamato dal Municipio, richiesero altre somme, sicché la spesa prevista per £. 26500 dovette ascendere in tutto a £. 64.400. Il Municipio per cotesto rientramento di linea che costò molto alla Provincia, si obbligò di costruire a sue spese a fine di dare sveltezza all’edificio provinciale, una strada lunga 13 metri dalla parte di levante giusta la deliberazione consiliare del 15 luglio 1871. L’ingegnere Tacchini, secondo il mandato ricevuto, presentò l’estimo dell’intiero palazzo, che porta la data del 12 febbraio 1873 e che previde la spesa di £. 479.000 senza comprendervi le predette 6. 64.400. L’esecuzione fu affidata al Gennuso giusta l’atto stipulato il 20 febbraio 1873. Per deficienza di mezzi i lavori si sospesero il 4 marzo 1874 e si ripresero il 25 aprile 1875. Durante la ripresa delle opere di costruzione il progetto fu fatto segno a giu-dizi severi del pubblico, che richiamarono l’attenzione degli amministratori provinciali. Fu il 27 agosto 1877 deliberato di consultare l’ing. Giuseppe Patricola di Palermo. Questi fu sul luogo, osservò e diede il suo parere, proponendo delle riforme, contro le quali l’ufficio tecnico fece le sue osservazioni. Le proposte riforme del Patricola e le opposizioni alle medesime da parte dell’ufficio tecnico crearono uno stato di indecisione. Finalmente, ad evitare anche dei litigi con l’Impresa costruttrice, l’Amministrazione provinciale approvò nella tornata del 17 Novembre 1885 un progetto compilato dall’ing. Stefano Musumeci, che portava la data del 30 gennaio dell’anno testé citato. Così il palazzo fu portato a compimento nel 18.. e la spesa totale ascese a £…. ,18 giusta la misura finale. Solo rimase a finire il cortile, il cui stato è ancora un’onta alle Amministrazioni, che sonosi successe sino al giorno d’oggi.

Fonte: Caltanissetta nei tempi che furono e nei tempi che sono – Giovanni Mulè Bertolo – Edizioni Lussografica

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