Chiese non più esistenti

Chiese non più esistenti a Caltanissetta:

Il Salvatore:
Si tratta dell’antica chiesa di San Giacomo, sita laddove oggi si trova il Teatro Regina Margherita.
Nata nel 1371, si cominciò a dirsi “del Salvatore” nel 1590, quando l’omonima Confraternita cedette la propria chiesa alle Monache Benedettine del Monastero di Santa Croce.
Fu demolita nel 1806, quando la Confraternita del Salvatore si trasferì nella vicina chiesa di San Paolino.

San Paolino:
Costruita nel 1510, accanto alla Chiesa del Carmine, quando fu demolita nel 1848 alcune sue opere passarono alla chiesa di San Sebastiano: le statua del S. Vescovo e di S. Primo, i quadri dei SS. Paolino e Liborio e quello degli agonizzanti. Le statue del Salvatore e di San Paolo, i quadri del commiato di Gesù che va a immolarsi dalla Madre Santissima e dell’Addolorata furono passate alla chiesa della Provvidenza ma fino al 1904. Poi finirono nella chiesa di S. Anastasia (Santa Lucia). La statua della Vergine d’Odigitria non si sa che fine abbia fatto.

San Calogero:
Costruita prima del 1671, si trovava all’angolo dell’omonima via con Via de’ Santi (oggi Corso Re d’Italia).
Dopo il 1860 su soppressa al culto e il fabbricato si aggregò a quello dell’Ospizio di Beneficenza e divenne Reale Scuola Tecnica. La statua di San Calogero passò nella chiesa di San Francesco di Paola.

San Biagio:
Sorgeva sin da prima del 1500 laddove in seguito si edificò il Convento dei Padri Conventuali, accanto alla chiesa di San Giovanni. Misurava m. 25 di lunghezza, m. 7 di larghezza e m. 9 di altezza.
Oltre all’altare maggiore dedicato al Santo, c’erano quattro altari. I due di destra erano dedicati a S. Onofrio e alla Vergine Martire S. Apollonia. Quelli di sinistra erano dedicati all’evangelista San Marco e al Crocifisso.
Nel 1854 divenne “lazzaretto pei colerosi”. Quando nel 1860 fu soppressa al culto, la statua di S. Biagio e il quadro di S. Apollonia passarono nella chiesa di San Sebastiano. Le statue di San Marco e di S. Onofrio passarono dapprima nella chiesa del Signore della Città e infine in quella di Piedigrotta. La chiesa, dopo essere servita come carcere per qualche anno fu rasa al suolo.

Santa Maria del Pileri o della Neve o di Santa Margherita:
Esistente ancora prima del 1400, dietro la chiesa di Santa Caterina fu sede della Compagnia della Madonna del Pileri.
Dopo l’abolizione al culto della chiesa di S. Antonino (nel 1867) e di quella degli Angeli (nel 1873) furono portati in questa chiesa il quadro della Madonna de’ Miracoli e la statua di S. Antonio dalla prima e quello della Madonna degli Angeli, del Crocifisso detto dello staglio e la statua di San Pasquale di Byron dalla seconda.
La chiesa, non più riparata dal Comune, crollò nel 1901.

Santa Caterina:
Vicina alla chiesa di Santa Maria del Pileri prima del 1768 e il quadro della Santa Vergine e Martire fu passato nel 1784 alla vicina chiesa.

San Leonardo:
Questa Antica chiesa trasmutata in Neviera nel 1796 si trovava nell’ambito delle antiche mura della città, vicino alle chiese di Santa Maria del Pileri e di Santa Caterina, era una delle filiali dipendenti dall’Abbazia di Santo Spirito.

Così ne parla Mulè Bertolo:

La chiesa di San Leonardo dal Riva è data come urbana ed esisteva tra il convento di San Francesco e la chiesa del Pileri, proprio dinnanzi la casa Scribani, come raccoglie il Pulci dagli atti della Curia Vescovile. In vece il Falduzza la vuole suburbana e la colloca poco discosta dalla chiesa della Madonna del Soccorso. Il Genovese non la enumera fra le chiese dipendenti dalla parrocchia di San Giovanni, né dalla parrocchia maggiore: è da ritenersi quindi di essere scomparsa tra il 1736, anno in cui la enumera il Riva, e il 1797, anno in cui cessò di vivere il Genovese.

SS. Trinità:
Sorgeva dove poi si trovava il giardino del Convento di San Domenico. Fu distrutta dopo la metà del 1700.

S. Silvestro:
Di questa chiesa rimane solamente la via che porta ancora oggi il suo nome, vicino alla chiesa di San Domenico.

Madonna di Monserrato:
Questa chiesa sorgeva vicino le chiese di San Domenico e di San Silvestro. Genovese, contesta questa collocazione e sostiene che in quel sito esistesse al suo posto la chiesa della Madonna di Loreto.

Così ne parla Mulè Bertolo:

Poco discosta dal San Silvestre, dice il Falduzza, sorgeva la chiesa della Madonna di Monserrato, la cui dote, dopo l’interdizione lanciata da Mons. Granata, passò al Collegio di Maria. Non sappiamo altro.

S. Rocco:
Nata dopo il 1400 diede il nome a un quartiere di Caltanissetta. Quando rovinò, nel 1550 circa, la statua del Santo e la tela di Sant’Agata passarono alla chiesa madre.

S. Crispino:
Vecchia chiesa esistente fino al 1700. Dopo la sua chiusura, il quadro del santo fu portato a San Giuseppe entro le mura.

S. Maria dei Pensieri:
Nata nel 1778, si tratta della chiesa dell’Orfanotrofio Moncada, di fronte a via Lincoln. Fu chiusa negli ultimi anni del 1800 quando l’Orfanotrofio fu unito a quello di Maddalena Calafato.

S. Erasmo:
Si trovava dietro il Piano delle fosse (oggi piazza Calatafimi) ed era un luogo nel quale venivano portati gli animali malati che, facendo un certo numero di giri in un cortile e grazie alla recitazione di alcune preghiere, venivano guariti.

S. Antonio Abate:
Situato di fronte al Convento di San Domenico, divenne presto cortile militare. Fu edificata nel 1576, insieme all’Ospedale omonimo.

La Concezione (Oratorio):
Quando si abbandonò la chiesa di Santa Maria degli Angeli, nel 1539 fu costruita una chiesa più centrale proprio dove adesso si trova la sagrestia della Cattedrale (Santa Maria la Nova). Dopo il 1848 fu chiusa al culto e la Messa si celebrò nella Cattedrale.

SS. Sacramento (Oratorio):
Visibile dalle finestre della scala che porta in Curia Vescovile, era l’Oratorio della Compagnia de’ Bianchi o del SS. Sacramento (costituita da gente nobile), nata intorno al 1550 e aggregata all’Arciconfraternita di S. Maria sopra Minerva a Roma con Bolla Pontificia del 13 agosto 1548 di Paolo III.

S. Domenico (Oratorio):
Costruita nel 1570 da persone nobili, il suo oratorio era attaccato al Convento di San Domenico. Fu molto spesso teatro di sacre rappresentazioni fino al 1856, quando fu chiuso al culto. Nel 1868 diventò magazzino militare.

S. Filippo:
Non se ne conosce la vecchia ubicazione. Si sa, per certo, che ne avevano cura gli stessi addetti della Chiesa di Sant’Erasmo.

S. Lio o S. Leone:
Questa chiesa è una delle più antiche. Fondata nel 1199 in un feudo denominato San Leone all’interno di una casa ospitalizia per i pellegrini e per i poveri. Oggi ci rimane solamente il nome della contrada S. Lio.

S. Giuseppe di Fuori:
Edificata nel 1747 nella parte di mezzogiorno di Caltanissetta, l’attuale Viale Regina Margherita, vi fu costruita accanto una casa (mai completata) per esercizi spirituali di ecclesiastici.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

S. Maria della Stella:
Eretta verso la fine del XV secolo alla punta del burrone S. Elmo, rimase attiva fino a metà del XIX secolo. Dal 1862 in poi ne rimane soltanto un muro del sacrato.

Santa Maria del Soccorso:
Si trovava nel Piano di Baviera, nella vallata “dello Scopatore” e fu dedita al culto dal 22 marzo del 1763 fino al 1863. Si occupava di questa chiesa la Confratria di S. Paolino fino a quando questa Confratria fu distrutta e se ne occuparono i Padri Carmelitani. Nel 1870 cessò il culto a causa dell’interdizione di Mons. Guttadauro. Il quadro dell’altare fu conservato nella sagrestia di San Sebastiano. La Madonna viene rappresentata con una mazza, per simboleggiare il suo soccorso allontanando con essa i nemici del nome cristiano. Con la pietra ricavata dalla demolizione della chiesa si ricostruì e ingrandì la Chiesa della Saccara.

La Madonna della Sperta:
Questa chiesa si trovava a pochi metri dal bivio per la Collina delle Croci, salendo per il Monte di San Giuliano.

La Madonna della Rosa:
Non ancora una vera e propria chiesa, sorgeva in campagna, sulla roccia a destra della via che portava alla Chiesa della apparizione di San Michele (S. Miceli). La parte anteriore era edificata mentre la parte posteriore era incavata nella roccia, in fondo alla quale era stata dipinta sul muro l’immagine della Vergine che dà una rosa al Bambino. Fu mutata in chiesa dopo il 1840 per voto di un certo Don Antonio Palma (il quale vinse una causa che gli salvò la vita). Oggi tale chiesa è abbandonata.

S. Antonio:
Questa chiesa, dedicata a questo santo eremita, si trovava a ovest di Caltanissetta, nella costa del Monte Sant’Elia. Prima del 1837 era già distrutta e la pietra di questa chiesa fu utilizzata per edificare la chiesa di S. Miceli, secondo il voto dei Nisseni.

S. Margherita:
Nell’omonima contrada, nel punto dove esisteva una sorgiva di acque, fu fabbricata questa cappelletta che prese il nome dalla Santa. Successivamente, un po’ più in alto fu fabbricata una chiesa dedicata a Maria Santissima della Catena e in essa, dalla soppressa cappella, fu trasportata la statua di S. Margherita affinché fosse venerata.

S. Barbara (Priorato di):
Il Priorato di S. Barbara fu fondato sotto il regno di Alfonso d’Aragona e i primi anni della dominazione dei Moncada. La chiesa in questione era sita in Contrada Bulgarelli. S. Barbara fu dedita al culto fino al 1837, anno in cui crollò. La sua campana, nello stesso anno passò alla chiesa di S. Miceli, fabbricata per voto cittadino dopo la liberazione dal colera.

Tre Re:
Questa chiesa sorgeva nelle terre del marchese Ugo Notarbartolo (che l’amministrava), a mezzogiorno di Caltanissetta.

Gesù, Maria, Giuseppe:
Pare che l’ubicazione di questa chiesa fosse a sud-ovest di Caltanissetta, forse in una delle seguenti contrade: Urra, di Savarino, de’ Bigini.

S. Anna di Canicazzeni o Canicassè:
Riaperta al culto nel gennaio del 1857, quando il dott. D. Luigi Lanzirotti, poi Barone di Canicazzeni fece istanza al Vescovo affinché fosse visitata e riaperta al culto la chiesa di S. Anna che si trovava in un ex feudo di sua proprietà, dopo il restauro che vi aveva fatto eseguire.

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