Palazzo Moncada

Palazzo Moncada:

Dove si trova: Largo Barile

Cronologia delle principali fasi costruttive:

1651: Posa della prima pietra
1662: Interruzione dei lavori di costruzione; la fabbrica resta incompleta in alzato a quota del piano nobile.
Inizio XVIII secolo; Vengono eseguiti lavori di ristrutturazione al fine di consentire l’alloggio a membri cadetti della famiglia durante i soggiorni a Caltanissetta; contestualmente parte dell’immobile viene adibito a sede dell’archivio comunale.
1720: Durante i moti insurrezionali i ribelli incendiano l’archivio comunale danneggiando alcuni ambienti a piano terra lato largo Barile.
Inizi XIX secolo: È documentata la presenza delle carceri cittadine nei locali del palazzo posti a piano terra sulla via palazzo Paterno.
1819: L’immobile, la cui proprietà, per motivi ereditarie pervenuta ai Bauffremont, viene adibito a sede del Tribunale. In tale circostanza, a seguito di imponenti lavori di adeguamento, verosimilmente, viene demolito lo scalone che collegava il piano nobile con il largo Barile.
Prima metà XX secolo: II palazzo, pervenuto al principe Sanfelice di Vigiano figlio della principessa di Bauffremont,viene acquistato dal marchese Trigona della Floresta. La grande corte centrale sin dai primi anni del secolo viene adibita a sala cinematografica gestita dalla società “Mastrosimone Corrieri & C.”
1950 circa: La famiglia Mandalà, rileva l’attività cine-teatrale acquistando anche l’intero piano terra e parte dell’ammezzato. Qualche anno dopo, nel 1960, si eseguono imponenti lavori di ristrutturazione della sala cinematografica con la creazione della nuova copertura apribile e la demolizione parziale di uno scalone intemo.
1970 circa: L’amministrazione comunale acquista la proprietà Trigona della Floresta e negli anni ’80 avvia i primi lavori di restauro.

Storia:

La costruzione dell’immobile si deve a Don Luigi Guglielmo Moncada, principe di Paternò e conte di Caltanissetta che, per motivi politici, costretto ad abbandonare Palermo, scelse, tra i suoi possedimenti, Caltanissetta come propria residenza.

Per l’edificazione del sontuoso palazzo, che se completato avrebbe occupato un sito più ampio delll’attuale, si demolì in parte la cinquecentesca residenza dei Moncada ubicata nel sito dell’attuale Banca d’Italia. I lavori di costruzione furono diretti da un cappuccino, Fra Pietro da Genova, definito nei registri contabili architetto della fabbrica. Considerata l’importanza del committente possiamo ipotizzare che Fra Pietro fu solo il direttore dei lavori, mentre il progettista andrebbe ricercato tra i protagonisti dell’architettura siciliana dell’epoca, ai quali, l’unico riferimento nei registri di fabbrica va a Carlo d’Aprile, architetto del Senato palermitano, che viene pagato per un viaggio di andata e ritorno con soggiorno di ventisette giorni a Caltanissetta.
Le maestranze utilizzate furono locali per i manovali mentre tutte quelle specializzate, ad eccezione dei Nicolosi, nota famiglia dì mastri nisseni, provenivano da Palermo. La volontà di continuare la costruzione del palazzo, la cui interruzione fu dovuta sia a problemi di natura economica che al trasferimento di Don Luigi Guglielmo in Spagna, nominato Cardinale della Santa Chiesa, evidenziata nel testamento del principe del 1672, non ebbe mai più seguito tra i suoi discendenti.

Posizione:

Attualmente il palazzo Moncada, pur essendo prossimo al Corso Umberto I, principale arteria cittadina, risulta visibile da esso solo in parte, dalla salita Matteotti, poiché nascosto dall’edificio della Banca d’Italia. La sua posizione doveva invece essere di straordinaria rilevanza, nelle ipotesi progettuali della Caltanissetta del XVII secolo. La salita Matteotti infatti allora non aveva l’inclinazione attuale come può evidenziarsi dall’osservazione della parte basamentale del palazzo Moncada, le cui finestre, oggi trasformate in ingressi del cinema, sono esageratamente alte a sud e parzialmente interrate a nord, segno inequivocabile dell’esistenza di una collinetta sulla quale si ergeva la sontuosa dimora.
La demolizione totale, effettuata solo nel XX secolo, delle vecchie case dei Moncada avrebbe consentito dal corso Umberto I, la seicentesca strada grande, l’imponente visione del maestoso palazzo, segno della potenza dei feudatari.

Descrizione:

La costruzione, costituita da tre elevazioni, è interrotta a quota del piano nobile. Il ritmo orizzontale è scandito da fasce marcapiano sopra le quali, all’altezza del calpestio dell’ultima elevazione, si inseriscono le mensole antropomorfe e zoomorfe che, succedendosi con cadenza ternaria, lo caratterizzano sui tre lati esterni.
La tipologia delle aperture varia in corrispondenza dei livelli: a piano terra sono del tipo “inginocchiate”; quelle dell’ammezzato sono definite da cornici lineari con motivi decorativi curvilinei ai lati; a quota del piano nobile imponenti paraste poggianti su base bugnate, inquadrano le aperture.
Splendido il cortile intemo, costituito da arcate che suggeriscono l’originaria presenza di un loggiato, all’interno delle quali si affaccia un triplo ordine di aperture; rilevante, in corrispondenza del fronte verso il largo Barile la grande arcata centrale di accesso al cortile.

Fonte: Progetto Scuola Città – Autori vari – a cura di Daniela Vullo – Regione Siciliana – Edizioni Lussografica

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